Relazione emotiva

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Qualità, estetica, ergonomia, e poi ‘quel non so che’ che ci fa scegliere fra tanti ‘il nostro divano’, creando una connessione fra questo elemento d’arredo e tanti momenti della nostra vita. È il valore emozionale del divano, oltre la funzione.

Nessuno lo può negare. Con molti oggetti presenti nella nostra quotidianità si crea una relazione che va oltre il rapporto necessario o funzionale. Forse non con tutti: magari alcuni di questi, così come alcuni divani, svolgono il loro quotidiano servizio, senza suscitare particolare interesse, tranne quando si rompono. Ma ce ne sono certi, di oggetti – o di divani – che ci attirano, ci piacciono, amiamo servircene, quasi si ha la sensazione che grazie a questi oggetti l’esperienza sia migliore, che adagiarsi su certi divani sia confortevole per il corpo e per la mente. Eppure, in quanto divani, tutti assolvono alla loro funzione: consentirci di sedersi con comodità. Insomma, oltre alla funzione c’è di più. Insieme all’ergonomia, all’estetica, e ovviamente alla qualità, un divano acquista valenze che si connettono con una sfera sentimentale e ‘cognitiva’: è la relazione emozionale.

Ne è passato del tempo da quando il design, o meglio l’Industrial design, si preoccupava di rispondere all’esigenza di progettare oggetti funzionali, ergonomici e producibili industrialmente. Con l’evoluzione dei processi produttivi, il design accoglie nuove istanze del tempo che attraversa, include nei progetti elementi estetici e culturali, fino a specializzarsi per soddisfare nuove necessità del nostro tempo contemporaneo, con diversi approcci progettuali – user-centered design, design for all, e altro. Oggi il design tiene conto di aspetti ‘immateriali’ come quelli sociali, psicologici, emozionali, includendo nella progettualità l’interazione con ‘il fattore umano’.

In un mercato evoluto, non basta pertanto che gli oggetti siano di qualità, funzionali, facili da usare, esteticamente belli e di design, la user-experience contempla emotività e stati d’animo dell’utente. È l’era dell’emotional design, che include negli strumenti progettuali discipline, come le neuroscienze, che analizzano stati d’animo ed emozioni. Certo, la connessione con un oggetto come il divano passa dalla possibilità di renderlo personale per colore, misure e configurazione. Ma prima, colpisce emotivamente la forma e la suggestione di come il divano occuperà lo spazio del living domestico: ci piace, non sempre sappiamo bene perché.

DondiSalotti, specialista nel mercato degli imbottiti, cogliendo la nuova esigenza, ha interpretato indicazioni e segnali ‘emozionali’ della sua clientela e dei visitatori dei suoi negozi realizzando nuovi modelli per nuove sensibilità.

Ci si può sentire attirati dalla sofficità che definisce un divano come Amalfi, o connessi con l’essenzialità delle linee di un modello come Isola. Oppure si viene catturati dalla versatilità innovativa, dalla modularità creativa di Spacer.

Nella collezione DondiSalotti i nuovi modelli Amalfi, Isola e Spacer intercettano connessioni emozionali.

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