
Il nuovo catalogo 2025 diventa il cuore del lavoro svolto da Warli negli ultimi mesi per comunicare la sua precisa estetica del quotidiano e della qualità che si vorrebbe ritrovare nelle cose che ci circondano. Un lavoro di riconsiderazione e attualizzazione: un catalogo di facile fruizione e godibile pagina dopo pagina, dove le immagini svolgono il racconto principale. Non solo la narrazione dei prodotti e dei progetti dell’azienda milanese, ma anche un vero e proprio manifesto della progettualità che sottende al suo operato, dei valori che muovono il brand e si ritrovano nei tappeti e nei complementi d’arredo in un dire che è soprattutto, fare.
Il percorso intrapreso da Paolo Zani, titolare e Art Director del brand, sta andando verso una maggiore diversificazione di prodotti e una ridefinizione della brand identity, a partire dal logo, meglio definito e più deciso, e il nuovo sito che sarà online in occasione del Salone del Mobile.Milano.
Nel Catalogo Warli ogni tappeto è un pensiero esclusivo che tesse insieme valori e visione d’eccellenza fondendosi con naturalezza anche nei complementi d’arredo: lampade comeTwilight o Barona, i cesti Strato e i tavolini Islas sono gli elementi aggiuntivi che concludono le ultime pagine e che lasciano correre la fantasia verso gli spazi di domani: belli, facili, vivi.
Un lavoro trasversale, anche alla luce della rivisitazione di alcune collezioni tappeti per renderle ancor più resistenti, performanti, belli e di facile manutenzione. Una sfida, quella di guardare indietro e riconsiderare il lavoro fatto, mantenendo l’alta qualità tra i migliori filati, l’attenzione a ogni dettaglio, la scelta di produrre in paesi con una grande tradizione tessile e la maestria degli artigiani che li realizzano. Il tutto in una combinazione di tecniche tradizionali e innovative create ad hoc per prodotti che celebrino la bellezza dei momenti quotidiani.
Il catalogo 2025 si apre con la selezione indoor, con il suo minimalismo, la sua pulizia che nasconde tra le trame storie che sembrano uscire da Le mille e una notte. Si pensi a Macondo, tappeto dhurrie in lana che è un piccolo spazio fatto di tessiture irregolari, colori assemblati e frange dove non dovrebbero essere. “Ci devi stare dentro e dimenticarti del mondo e delle cose da fare, come un libro che ha una propria trama e un intreccio di personaggi” – ha detto Paolo Zani, il designer che ha pensato il modello.
Lo stesso si può dire della collezione Rif, ispirata da un viaggio della designer Silvia Fanticelli in questa regione del nord del Marocco, e rimasta affascinata dai colori e dalla storia di piccoli villaggi incastonati nella montagna. Una contaminazione che ha creato la forma del tappeto dall’incastro dei colori, contrastanti ma armoniosamente in equilibrio, e delle fibre, grezze e preziose, lisce e ruvide, che convivono in un’unica superficie.
Sfogliando la sezione outdoor sarà semplice soffermarsi su Maui, un’onda continua che ogni tanto si interrompe e diventa una linea singola prima di finire sulla riva, o su Ponza dove Warli continua il suo viaggio attraverso le tecniche tradizionali di tessitura dei tappeti. Una fermata fra Caucaso, Persia, Anatolia e Afghanistan dove viene ripresa la tecnica sumak per realizzare un modello da esterno. Tradizione e filato hi-tech per moderni nomadi.
Con la collezione K&B Warli si dedica alla sostenibilità puntando a dare una nuova vita ai materiali: per ogni metro quadro di tappeto, si rimuovono circa 100 bottiglie in PET dall’ambiente marino, urbano e dai campi. Piuttosto che contribuire al consumo globale di plastica, Warli si occupa di riqualificare l’ambiente esterno e domestico. Il filato per questi tappeti bagno e cucina è 100% riciclato, lavabile, antimacchia e trattato antiscivolo.
Commenta per primo